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Biografia Il percorso di Nathalia Romanenko.
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Agenda Appuntamenti e date dei concerti
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Foto L'artiste en images

« è mio dovere di ispirare le generazioni più giovani per capire perché è cosi importante la bellezza »

Van Cliburn

Nathalia Romanenko, pianista

Ho il piacere di farvi scoprire (per quanto possibile) l'associazione Extraordinaria Classica, da me presieduta, oltre alle attività e ai progetti legati alla mia professione di pianista.

Comincerei con il presentarmi:

Sono venuta al mondo nell'ex URSS, un paese strano « dove le porte erano spalancate per gli artisti di talento ma le finestre erano tutte munite di solide sbarre », diceva il poeta Ossip Mendeltam.

A 4 anni, entro alla Scuola Nazionale di Musica per bambini prodigio. L’avvenire si annuncia radioso. Tuttavia, mia madre, la prima donna a divenire pilota d’aereo, non apprezza i limiti imposti alla libertà d’espressione e la persecuzione dei dissidenti. Il solo fatto d’esprimere le sue opinioni in pubblico compromette la mia carriera musicale in URSS.

E così, a 13 anni, mi ritrovo a lavare il pavimento in un asilo nido per poter proseguire gli studi di musica.

Fortunatamente, la domanda di una borsa di studio presentata da mia madre in Francia viene accettata.

Ho così l’occasione di partecipare all’Académie Internationale d'Eté di Nizza e lavorare con i professori Jacques Rouvier e Olivier Gardon. Supero l’esame d’ammissione al Conservatoire National di Parigi dove ottengo il primo premio nel 2001.

Ma anche in Francia le cose non sono semplici : bisogna imparare la lingua, far venire mia madre, oggi handicappata, e trovare il modo di sbarcare il lunario in un periodo difficile anche se esaltante sul piano professionale.

Vinco diversi concorsi internazionali (U.S.A. Missouri - Italia Pinerollo - Vianna da motta a Macao), la mia carriera musicale s’accelera nel 2003.

Mi chiedono d’esibirmi al Palazzo Sherimetieff di San Pietroburgo in occasione delle celebrazioni per i tre secoli di vita della città, alla presenza di numerosi capi di Stato

Nel 2005, la mia carriera è marcata da un altro avvenimento eccezionale: mi esibisco come solista al teatro la Fenice di Venezia con Youri Bachmet.

Nello stesso anno, colpo di teatro: conosco il violoncellista Mstislav Rostropovich, una rivelazione che influenza il mio concetto di musica classiche e mi permette di sviluppare nuove idee.

Nel marzo del 2009, partecipo al Concerto per la Pace, patrocinato dallo scrittore Marek Halter che in seguito diventerà il presidente onorario della nostra associazione..

E registro il concerto n° 5 d'Anton Rubinstein con l’orchestra nazionale di Cannes diretta da Philippe Bender.

Ancora un avvenimento importante: nel 2010, ho l’onore d’inaugurare la stagione musicale francese in Russia nella mitica sala Tchaïkovsky del Conservatorio di Mosca.

E sono ammessa alla Manhattan School of Music di New-York nella classe di Jeffrey Cohen.

Torno a parlarvi dell’incontro con il Maestro Rostropovich, perché, proprio poco prima di morire, il grande musicista mi ha incoraggiato a creare un’associazione per la promozione dei compositori e delle musiche che prediligo. In effetti, E. C si propone di riscoprire compositori e opere dimenticate.

Forse quello che state per leggere vi sembrerà insolito o curioso; in questo caso, ditevi che gli artisti vivono su un altro pianeta

Un giorno, mentre portavo a passeggio il mio cane Liszt, mi sono chiesta: perché la parola "glamour" non è mai associata alla musica classica, e, in particolare, al recital ?

A casa, apro il dizionario alla parola “glamour “: seduzione, vivacità, fascino sofisticato nel campo dello spettacolo. Vado subito a vedere il significato di “seduzione”, parola che a volte ha un’accezione negativa: attrazione, ammaliamento, fascinazione. Ecco! È questo che provo quando ascolto della musica classica.

Allora perché vietarsi di sedurre e di presentare la musica classica in modo glamour ?

Pensate : mentre l'Opera è piena di personaggi come la diva, eccentrici, provocanti, vivaci, la musica strumentale evoca piuttosto la figura di un eremita chiuso in una stanza con il suo strumento.

Da qui deriva un’altra considerazione: questa musica, definita « classica », che ha attraversato diversi secoli restando comprensibile e più attuale che mai, è stata scritta da persone considerate dei bon vivant (Liszt, Mozart...); è stata composta e presentata al pubblico nell’atmosfera conviviale e gioiosa dei saloni, delle corti o delle piazze. Oggi, invece, questa stessa musica ha assunto una connotazione quasi sacra: viene spesso presentata in modo austero, priva di qualunque accessorio, di colori e fantasia.

Ho l’impressione che la musica classica manchi di vita, anche se, per definizione, è la vita stessa. Nessuno potrà negare il potere, la forza, l’influenza positiva e il benessere procurato dalla musica classica.

A mio parere, la musica è anche lo specchio della società.

In occasione del mio intervento nel quadro del Festival della Modernità a Milano, edito da Spirali, nel 2009, ho fatto un parallelo tra le note, l’orchestra e la società.

E sono la prima a militare per accentuare l’importanza educativa della musica classica, come fondamento di tutte le altre musiche.

Eppure, la musica classica si lascia dominare da altri generi musicali , che, grazie al modo in cui sono presentati, si rivelano più spettacolari e invitano il pubblico a partecipare.

In un concerto di musica classica, il pubblico è un « voyeur ». Non c’è nessun contatto tra gli artisti e il pubblico.

La musica classica ha già mostrato tutto il suo valore e deve avere un posto nella vita quotidiana della gente. Detto per inciso, auguro la stessa longevità alla musica d’artisti come Lady Gaga, Beyoncé, Justin Timberlake...!

Così, per suscitare l’interesse del pubblico nei confronti della musica classica, per renderla più comprensibile ai bambini e agli adolescenti e per proporre una presentazione alternativa agli iniziati, ho sviluppato due progetti.

Il primo consiste nell’associare alla musica classica i colori (musica e luce). Per realizzarlo, ho deciso di collaborare con l’artista della luce, Jacques Rouveyrollis. Ho l’intenzione di far uscire il concerto classico dalla sua cornice nera per introdurre la luce, offrendo alla spettatore le emozioni che di solito ricerca in un concerto rock. Vorrei che Mozart o Liszt fossero ascoltati con i criteri dell’uomo del XXI secolo.

Il secondo progetto consiste nel far conoscere il tesoro musicale dei compositori ebrei di Terezin. Terezin (Theresienstadt), nell’ex Cecoslovacchia, è il campo di concentramento in cui i nazisti hanno rinchiuso i più grandi compositori e musicisti ebrei permettendo loro di comporre e di suonare; facevano loro credere che sarebbero sopravvissuti grazie alla musica. Invece, sono quasi tutti morti nelle camere a gas di Auschwitz. A Terezin, una fortezza a sessanta km da Praga, è stata composta una delle musiche più potenti del XX secolo. Ed è qui che è nata la resistenza “attraverso” la musica

A Praga, con l’aiuto dell’Ambasciata di Francia, ho ritrovato delle partizioni scritte da questi geni della musica. Vorrei far rivivere le loro opere, suscitando gli applausi di migliaia di giovani melomani. Sarebbe una bella rivincita sui nazisti che volevano far sparire questo patrimonio musicale nella soffitta del « museo di una razza estinta».

Per finire, vorrei citare Roger Caillois : « tout art cherche à plaire. Il se donne les moyens de séduction qui lui sont propres. » (L’obbiettivo di ogni arte è farsi apprezzate. Ognuna lo fa con gli strumenti di seduzione di cui dispone.) Spero di poterlo fare con voi e per voi, in occasione del concerto che avete organizzato a Marsiglia.

Buona serata e grazie.

Discorso di presentazione pronunciato per il Lions Club.

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video1Marsiglia, Facoltà di Medicina, Toga Teatro, 4 febbraio 2011.

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Mondo prima « Musique en couleurs » in Lione